Piazza Fontana, Titolo inquietante ma è solo

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Technogunner
CAT_IMG Posted on 17/1/2011, 09:50




ATTENZIONE! Nomenclatura e nomi (di fantasia) saranno incomprensibili a tutti, ma ho volutamente lasciato tutto così come mi è venuto in mente al momento
PIAZZA FONTANA
Giovedì 22 Ottobre 2009

Odio bagnarmi! Pensavo mentre indossavo le ghette. Le previsioni meteo non lasciavano spazio all’ ottimismo, e le plumbee nuvole che si accavallavano ad oriente confermavano la triste realtà.

Oggi, 22 ottobre, abbiamo deciso di cacciare nella zona chiamata “Mancusu”. E’ una battuta piuttosto agevole per tutti, anche se quelli che si appostano nella fiumara dovranno fare un giro un po’ più lungo per arrivare alle poste, evitando così di disturbare gli animali eventualmente allestrati nei “punti caldi”.

Ma guarda come vola questo pazzo! – pensavo mentre arrancavo dietro Pietro - Sembrava sciare su questo terreno infido, guardandosi sempre intorno, mentre io avevo bisogno di tastare il terreno come un verme geometra per evitare di fare ruzzolare, inopportunamente, qualche pietra, o peggio, precipitare nella fiumara. Anche Nino dietro di me passeggia! Il solito campanello del cane che sembra faccia un baccano di inferno! Ma perché non lo blocca con un pezzo di carta? Ci sentiranno prima di vederci. Bah… meglio mettere un preservativo sulla canna per non fare entrare la pioggia.

Ok, sono arrivato. – dice Pietro che ha una bella postazione in una piccola radura piuttosto panoramica, dove il fastidioso ribollire dell’ acqua arriva attutito. Il Cirbio ed io proseguiamo. In verità ho bisogno di ricordare i passaggi, per evitare di allungare la strada con qualche “scambietto”, ma riusciamo in breve a mettere i piedi nella fiumara che ci appare sconvolta dall’ enorme flusso di acqua dello scorso inverno. Il Cirbio arriverà prima, io avrò bisogno di altri 15 minuti per scendere lungo l’ alveo del fiume, tormentato dalla presenza di immani macigni e le solite pietre, che considero quasi “amiche”, arrotondate da milioni di anni di esistenza e di usura dell’ acqua. Camminare qui non è per niente piacevole per le caviglie e le ginocchia, ma la posta che mi hanno assegnato è ottima! Transito davanti un altro appostamento che resterà sguarnito, da dove due anni fa, ho assistito all’ esibizione di Br1 in un fantastico bumbulu! Un cinghiale terrorizzato faceva lo slalom tra le buche scavate con la sua Browning a pochi metri dai suoi stessi piedi! E’ li che sono diretto…

Sorrido ancora mentre tra le nuvole basse che ricoprono le cime scoppia un fragoroso tuono e, nella pianura, già in vista, un fulmine cade tra la pioggia improvvisa, lasciando una striscia di vapore. Sono fottuto! Apro l’ ombrello, e mentre accelero, per quanto il terreno me lo consente, mi guardo intorno per cercare un riparo, in verità più dai lampi che dalla pioggia. Boum!.. un altro, mentre le cateratte del cielo si aprono e la luce diminuisce come se il sole stesse per tramontare, piuttosto che sorgere. -Ragazzi, ditemi se state cacciando, perché io non vorrei essere arrostito! – dissi per radio senza avere risposta- Mi misi comunque a ridosso di un gruppo di ginestre che, almeno, mi riparava dalla pioggia trascinata dal tempestoso vento. E’ finita! … pensai.

Dopo dieci minuti di furia gli elementi si acquietano ed il rumore, ora amico, della fiumara riprende il sopravvento sulla tempesta. Esco fuori dal mio riparo di fortuna ed inizio a pensare alla battuta. Sistemo l’ ombrello aperto tra le cime di una ginestra perché ancora piove. Ora, con le mani entrambe libere metto il colpo in canna, pulisco accuratamente le lenti del mio Bushnell che poi proteggo con un fazzoletto di carta. Mi siedo su un lastrone di pietra e, mentre faccio prove di puntamento, ascolto le conversazioni dei battitori con la ricetrasmittente. Trovano le grufolate, buon segno.
Mi sembra di udire degli scagni è, alzando la testa, vedo due cani che entrano nell’ anfiteatro naturale della frana , evidentemente abbaiando su una pista. < Nino i cani sono sopra di me e seguitano> dissi per radio, un secondo prima di vedere una vacca con due vitelli che, disturbati dal fracasso si precipitano in salvo. Abbaiano le vacche! – pensai – speriamo che le abbandonino presto. Dopo pochi minuti però, i cani ritornarono indietro interessandosi ad un fitto di vegetazione con insistenza, riprendendo quindi ad abbaiare con decisione. Sarà la volta buona?

All’ improvviso un trenino di cinghiali spunta in alto sulla sinistra al limite del mio campo visivo tra la vegetazione. Uno…due..quattro…sette…nove animali di varia taglia scendono lungo il crinale tentando di mettersi in salvo attraversando la fiumara. Quando entrano in un gruppo di lecci bassi approfitto per spostarmi, non visto, di due metri. Ok cari, venite avanti! Già avevo fatto il “piano di guerra”. Quando arriveranno a quel masso inizierò a sparare. Mi impongo di dominare l’ adrenalina che sale, nemica del cacciatore di cinghiali, mentre lascio i primi quattro animali transitare dal “punto di non ritorno”. Bum!... il quinto animale è una femmina gggrassa che accusa il colpo: Bum!...ora sparo un porcastro subito dietro di lei e lo fulmino. Ora gli animali si sparpagliano come il piombo di una cartuccia che si rovescia sul banco del ricaricatore! Bum!... Inceppamento..bum…bum…cambio caricatore. Si separano. –stai calmo Mario!- i porcastri a destra, le femmine a sinistra…che colgo con tre colpi risolvendo un inceppamento. Cambio caricatore. Ora i superstiti mi transitano davanti a cinque metri tra le pietre per ricongiungersi agli altri. Li lascio sfilare con l’ intento di continuare le “esecuzioni” sull’ altro versante, ma…tra le fitte ginestre non li vedo più!
Corro per dieci metri verso valle… e li scorgo! Si guardano indietro per aspettare le scrofe che non verranno più. Bum… un altro! Bum…beccato! Ce n’è ancora uno ma non riesco a mirare per la vegetazione che lo protegge. Eccolo… si è fermato un attimo…bum! Uno si è salvato.

Mario, che cazzo stai sparando!- Nino si fa sentire mentre il Selvaggio più fiducioso chiede: <quanti ne hai ammazzati?> rispondo – mi pare uno, forse due. <con tutto questo casino!?!> riprende lui.
Muuuh!...forse anche tre – ribatto sorridendo malignamente dimostrando una confusione mentale che, in realtà, non provo. Nel frattempo mi guardo intorno in cerca di eventuali altri animali.

Attento Mario che ne arriva un altro! – sento per radio. Lo scorgo che spunta dal fitto dove abbaiavano i cani ma, invece di fare la stessa strada, taglia la frana dirigendosi verso il mare. Non è lontanissimo ma è molto coperto dalla orografia del terreno e dalla vegetazione che sembra utilizzare volutamente al meglio per eclissarsi dalla mia vista. Tra una pietra e l’ altra, con due inceppamenti gli sparo tre cartucce. Non c’è problema, li giù c’è Pietro che lo aspetta!
Dopo un po’, infatti, si sentono tre colpi in rapida successione. Allora??? – Mi ha fottuto!...- risponde sconsolato!
Mario, quanti ne hai ammazzati? A questo punto scopro le carte. – Ragazzi, scendete tutti perché qui ho fatto Piazza Fontana! Ne vedo tre ma ce ne dovrebbero essere altrettanti qua in giro!

Ne raccogliamo sette. Poi l’ adrenalina si abbassa lasciandomi il consueto tremito tra le viscere e comincia la solita, tranquillizzante routine. I sinceri complimenti degli amici, le operazioni di eviscerazione e sistemazione negli zaini, lo sfottò di Nino che si lamenta per i colpi imprecisi (!) e perché se ne avessi colto un altro sarebbero stati giusto uno a testa.

Che hai? –Mi dice Pietro vedendomi scuotere la testa-. Niente di grave – rispondo – ho perso un caricatore. Andiamo a dare un’ occhiata –dice lui con il suo solito garbo-.
Mentre giriamo intorno alla zona della “sparatoria” Wild Salvo mi chiede se può sparare un colpo con la mia micidiale arma. Non c’è problema- rispondo senza alzare lo sguardo dal terreno. Bum…bum…dopo il secondo colpo sento un vociare concitato. Penso si tratti di qualche cinghiale venuto allo scoperto con gli spari. Non è così…
Mentre tutti erano voltati verso il punto ove erano dirette le palle, a Br1 cade lo sguardo più in basso, lungo la fiumara. Medico –dice- ma quello li non è un cinghiale morto? Miiinchia!... – dice Nino mettendosi le mani tra i capelli – un altro… e pure grosso!
Quasi mi commuovo dall’ emozione, sorvolando sulla figuraccia per avere trascurato un pezzo di caccia… un po’ più grande di un tordo!

Si rientra. La salita è meno dura del solito e lo zaino sembra più leggero. Mi siedo un attimo a riposare godendomi la vista magnifica di un territorio unico. Tutto questo, insieme alla considerazione che essere accettato dalla Squadrina nonostante tutti i miei limiti, mi fa sentire un privilegiato! I colombacci volano alti tra i lecci secolari. Un pettirosso mi guarda lanciandomi il suo canto di sfida tra i rami di un pero selvatico. Lentamente riprendo il cammino. Tra poco…accendiamo la brace!
 
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Iago06
CAT_IMG Posted on 19/1/2011, 00:32




complimenti Mario
 
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